Sarebbe troppo facile mettersi qua a scrivere quante cose buone e quante cose belle invece ha portato. Dal frullatore a immersione ai feed rss.
Facile.
La tecnologia si annida nelle piegoline del nostro cervello e fa anche i suoi bei danni.
Il maggiore, per me, è ctrl+z. O cmd+z. O Mela+z.
Insomma, la scorciatoia di tasti che consente di annullare l’ultima azione compiuta con la maggior parte dei software per Mac e PC.
È utile, utilissima. Ma ha il suo rovescio, perché viene spontaneo farlo anche nella vita reale e ci si rimane malissimo quando si realizza che nella vita non funziona.
Quando ti arrampichi su una mensola troppo alta per posare una boccetta di stupido smalto (gli oggetti che poi si rompono diventano inevitabilmente “stupidi”), e questa cade, tingendo di
viola un po’ tutto, pavimento di marmo incluso.
E tu ti guardi attorno, immersa nel viola, alla ricerca di qualche enorme tasto cmd e uno Z…ma niente. E ti tocca pulire tutto per un’ora e dormire tra i miasmi dell’acetone.
Quando scendi di casa troppo tardi e perdi il bus…e ti serve un cmd+z per annullare l’azione che ti ha fatto perdere tempo prima di uscire.
Nella vita non c’è, il cmd+z, sebbene sarebbe la cosa più democratica e rassicurante del mondo. Non lo puoi fare a oltranza, non puoi andare più a ritroso di un tot di azioni; eppure ti dà una democratica possibilità di redimerti dai tuoi piccoli errori quotidiani.
Come quando l’hard-disk del tuo computer ti abbandona nel momento esatto in cui avevi deciso di perdere un pomeriggio coi back-up. Cerchi un enorme cmd+z per annullare la rottura dell’hard-disk e fare prima l’operazione di back-up. Ma questa è meta-follia: il cmd+z forse c’era, ma non ha funzionato perché il computer era già rotto.
Immagine per gentile concessione di Steven Anderson.
Avrei potuto prenderla e basta, ma gli ho scritto una mail, gli ho chiesto il permesso e lui è stato contento di prestarmi la sua bellissima grafica. Alle volte, basta chiedere.
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