martedì 31 gennaio 2012

L'autobus e l'autoroscopo

Agli oroscopi non ho mai creduto. Quando nasci, più che la posizione delle stelle, conta quella dell’ostetrica che ti deve raccogliere all’uscita.
E se con una persona ci vai d’accordo, non dipende certo dal giorno in cui siete nati anni e anni prima.
Ma c’è stato un momento preciso in cui sono passata dall’indifferenza per gli oroscopi all’idiosincrasia.
È successo all’inizio di gennaio, con l’oroscopo di Paolo Fox.
È lunedì, il lunedì dopo l’Epifania; oggi riprendo a lavorare a pieno regime dopo un periodo di orari insolitamente flessibili. Per di più, ora lavoro in un nuovo ufficio, che si trova dalla parte opposta della città.
Così sono alla fermata di un autobus di mattina presto, molto presto: è ancora buio; ho due borse che mi pesano sulle spalle, e ho un sonno schiacciante; ma per fortuna ho la radio a tenermi compagnia mentre aspetto il bus.
Che ancora non passa.
Per fortuna è presto, avevo calcolato questo simpatico ritardo rispetto agli orari scritti sul
tabellino.
Ce la farò, ad essere in ufficio alle otto.
Intanto inizia a fare giorno. E continuano a passare bus di ogni numero, tr
anne il mio.
E la radio contin
ua a tenermi compagnia.
Sono le otto e venti. Aspetto da un’ora e quaranta minuti, ho le spalle sbricio
late dal peso delle due borse (par condicio del dolore, si chiama), fa freddo e sta iniziando a piovigginare: acqua neve.
E Paolo Fox, alla radio, sta leggendo l’oroscopo del giorno. La sua voce è allegra, squillante, ottimista…ecco, ecco: il mio segno, sentiamo.

“Scorpione: oggi per voi sarà una giornata splendida, davvero fortunata!”E io, alle otto e venti, in piedi come uno stoccafisso da un’ora e quaranta, con le spalle
sbriciolate dal peso delle borse, col sonno schiacciante, col freddo nelle ossa e sotto l’acqua neve, in ritardo mostruoso per la prima volta dopo anni di onorato servizio, stacco via l’auricolare e dichiaro eterna guerra a Paolo Fox e ai maledettissimi oroscopi.
Lo decido io, se è un giorno fortunato. E oggi, caro Paolo Fox, per questo Scorpion
e in particolare è una giornata di mer*a.
Dunque, siccome lo decido io, ho deciso anche che ognuno può essere il Paolo Fox di se stesso e farsi l’autoroscopo.
Le regole sono un po’ diverse dall’oroscopo vero e proprio; la sola cosa in comune è la pressoché totale assenza di fondamento scientifico.
Prendetevi cinque minuti e pensate alle cose che secondo voi verosimilmente potrann
o succedervi domani. Non siate gnorri, qualche previsione la potete fare. “Avrò mal di testa” se sapete che stasera berrete un po’; “Mi sentirò triste”, se vi sentite tristi e pensate che nulla possa tirarvi su anche domani; “Sarò di buonumore”, se sapete che domani a lavoro arriverà una fornitura di cialde speciali per le macchinette del caffè; “Attenzione alla tachicardia”, se sapete che abuserete delle suddette cialde speciali della macchinetta del caffè.
Il giorno dopo, poi, verificate quanto di quello che avete previsto si è avverato. In più, scoprirete di voi stessi più cose di quante qualsiasi paolofox potrà mai venirvi a dire sulla sola base del vostro giorno di nascita.


domenica 15 gennaio 2012

Come stai?

Il galateo stabilisce una serie di regole talvolta molto utili. Apparentemente incomprensibili, ogni tanto, ma spesso conviene attenervisi (quando la smetterò di coniugare i verbi attaccandoci ventisei particelle, non lo so).
Il galateo, spesso, indica anche quali argomenti usare per fare conversazioni superficiali con gli altri esseri umani e quali evitare assolutamente.
Si parla del tempo, ad esempio, ma non si parla mai di politica o religione quando si sta a tavola.
C'è una cosa importante, però, che sfugge a tutti i manuali di buona educazione (e se mi sbaglio, mi corrigerete).
E cioè che "Come stai?" non è una frase di circostanza. "Come stai?" è una domanda vera, che prevede dunque un reale interesse da parte di chi la fa e dei presupposti a rispondere sinceramente da parte di chi se la sente porre.
Perciò non chiederei mai "Come stai?" a qualcuno di cui non mi interessa un accidenti.
Non si chiede "Come stai?" alla gente tanto per fare conversazione.
Ché magari in fondo uno si aspetta di sentirsi dire "Tutto bene e tu?" e magari poi ce la si può sbrigare con un "Non c'è male" e chiuderla lì.
E magari non è vero né che va "Tutto bene", né che "Non c'è male". E allora che senso ha.
O peggio ancora, non si chiede "Come stai?" soltanto per ricevere poi la stessa domanda e potersi così sfogare raccontando i fatti propri.
"Come stai?" non è una domanda-riempitivo come "Fastidiosa questa pioggia, eh?".

È una domanda vera, e non bisognerebbe farla, se non si è pronti a ricevere una risposta vera.


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