domenica 5 dicembre 2010

"Come staremmo bene qui, se noi fossimo altrove" [cit. G. Manganelli]

Questo post appartiene al passato. Ma i cattivi pensieri sono spesso a lunga conservazione, e tornano su – ciclicamente – come la peperonata. Non che sia tornato oggi. Ma torna, ogni tanto, mio malgrado.

E così arriva. Improvviso, ma neanche tanto.
Come un crampo dopo un lungo camminare, arriva il giorno in cui non sopporti praticamente più nessuno. Non trovi subito una buona ragione, semplicemente ne hai abbastanza.

Cominci a prenderla alla larga. Non sopporti più l’amica che ti ha tradito, l’amico che ti ha deluso.
Tutto questo, però, è ancora piuttosto tollerabile.
Inizi a sentirti spiazzato quando non sopporti più la suoneria dei messaggi del tuo cellulare, perché “oddio qualcuno potrebbe chiedermi di uscire”. Non sopporti più i loro sorrisi, i loro ritardi, i loro modi di fare, le loro domande e le loro risposte, i posti che frequentano, le cose che malamente nascondono, il loro cercarsi tra le righe di ogni cosa che dici e ogni cosa che scrivi, egocentrici. Il loro volersi ritrovare assieme come se ogni volta gli facesse davvero piacere. Bugiardi.

Non sopporti
più le loro lamentazioni, il loro straparlare senza fare nulla. “Oh, sai, se dipendesse da me…ma purtroppo…”. Una bellissima scusa che inizierai a prendere in prestito, un giorno o l’altro. E perché non oggi? “Oh, sai, se dipendesse da me…ma purtroppo…non ti sopporto più”.
Ne hai abbastanza dei loro tic, delle loro manie e delle paranoie che ti costringono a stare attento a come ti muovi. A stare attento a ognuno in modo diverso.
La costrizione è nemica della libertà. E se siamo nati per stare liberi, forse siamo nati per stare soli.
Già, non staresti meglio da solo?
Non dovresti fare buon viso a cattivo gioco, non dovresti metterti a letto ogni sera sperando di non sentire russare qualcuno al tuo fianco, non dovresti ricacciarti in gola un “vaffanculo” quando qualcuno ti mette una scarpa sporca di merda sulla testa.

Non staresti molto meglio se riducessi tutto ai minimi termini tipo “buongiorno buonasera grazie prego”?

Certo che staresti meglio, non berresti più il veleno che non è tuo, niente scuse, niente “scusa”, avresti addosso soltanto il tuo insostenibile peso.
Non preferiresti
non vederli più? Sapere se stanno bene, ogni tanto, magari da un giornale pubblicato apposta. E non doverci più avere a che fare.
Non preferiresti cliccare sulla “X” e chiudere tutte le finestre?

Perché mai accollarsi la fatica di comunicare se poi non si è compresi.
Lascia stare.
È faticoso sporgersi senza toccare nulla. Ed è faticoso non volerli toccare e poi ritrovarseli nello specchio.


Illustrazione: “I hate those f****** people”, di Giuseppe "Mis-BUG" Longo

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